dall'ispirazione alla firma

Per il prossimo quadro non ho avuto una ispirazione ma ho preso una decisione, voglio riprodurre la villa di famiglia dell' Addaura, da 50 anni oggetto di dibattiti, divisioni  e riconciliazioni.

Allora colgo l'occasione che mi consente di descrivere e documentare la realizzazione dell'opera sin dall'inizio che è la documentazione fotografica dell' oggetto, nella fattispecie della villa recentemente ristrutturata a adibita a guest house.

 

Dall' esame della fotografia escludo la possibilità di una raffigurazione figurativa ma anche di una visione astratta.

Quello che salta all'occhio  è per me il gioco dei volumi. D' altra parte, sento adeguata allo scopo una tela piccola per indurre a una rappresentazione essenziale e concentrata cui corrisponda una visione corrispondente e l' uso di colori irreali e senza sfumature. Mi agevolo lavorando al computer per ridurre l' oggetto fotografato all' essenziale.

 

 

 

La successiva lavorazione è uno schizzo a matita utilizzando l' elaborazione fotografica.

 

Già da un' sommario esame del disegno che riduce la villa all' essenziale emerge un particolare equilibrio dei volumi, derivante dalla progettazione, che merita di essere valorizzato togliendo rilievo, nel quadro non nella fruizione, agli accessori e alle pertinenze. Quindi tolgo persino gli infissi mentre lascio il verde dei pini sullo sfondo che è la cornice di sempre.

Non so ancora cosa fare degli archi del porticato, andrebbero tolti in nome dell' essenzialità ma in realtà hanno sempre accompagnato gli abitanti della casa e perciò ne fanno parte a pieno titolo. E' chiaro che non sono pronto a macchiare la tela. Devo riflettere.

 

 

Sono uscito dalla difficoltà progettuale cominciando a dipingere il basamento che non può essere messo in discussione e che è stato realizzato con particolare pietra di colore rosa,, oltre i gradini che portano al portico e che costituivano l' ingresso di fatto nel periodo dell' abitazione familiare.

 

 

Proseguirò con i volumi principali.

Ecco la villa portata all' essenzialità e con i colori  della mia fantasia, si può dire l'anima della interiezione fra il mio vissuto nella villa e il suo carattere indipendente.

Ma manca una cosa, lo sfondo predominante delle conifere che avvolgono l'edificio su due lati. Completiamo.

Ecco fatto. La raffigurazione o trasfigurazione della villa è completata.

Anzi, mancano data e firma. Provvedo.

 

 

Poi completata l'opera che mi sono proposta, posso liberarmi e dipingere ciò che sento in punta di pennello. Penso a uno  specchio di  mare dipinto con piccole pennellate che l' occhio possa ricomporre. Vado a cominciare e vi darò conto delle tappe principali.

 

La modalità della tecnica scelta consiste in tre strati di colori sovrapposti a formare un risultato condizionato dal pennello e dalla mano.

Il primo strato è il fondo, omogeneo su tutta la tela ma steso con una pennellessa di oltre un pollice senza curare l'uniformità. Quando questo sito è asciutto su una piccola area stendo con un pennello piatto medio il colore numero 2 con abbondanza e morbidezza; subito dopo vi sovrappongo il colore numero 3 con un piccolo pennello piatto, dando pennellate corte e grasse che solo in parte provocano il rimescolamendo dei colori 2 e 3.

Fondamentale rispetto alla riuscita finale è la scelta dei colori che vado facendo passo dopo passo, in rilassata libertà.

Bene vado a dipingere.

A metà maggio 2025 siamo a questo punto

 

 

sono  comparse due barchette nell'agognato mare

 

 

 

Per la prima volta compare in una mia opera una figura umana, anche se solo abbozzata 

o forse saranno due

 

Si, sono due 

 

Ed è finito. Purtroppo. Ma non l' ho ancora firmato, forse ne dubito 

Ma si, anche se le barchette sono sgarrupate, il quadro è finito e  va firmato  perché è mio. Anzi approfitto proprio delle  barchette e la chiudo qui. E' già pronta l'idea del prossimo , un mare di verde da una fotografia di Francesco in una delle sue escursioni fuori strada.

 

 

Così comincio a  dipingere, passo un fondo non omogeneo grigio, stendo un azzurro chiaro per il cielo e un azzurro grigiastro per il lago artificiale.

Devo però presto interrompere per lasciare che mio nipote usi la mia attrezzatura per realizzare un' opera niente male anzi che a me piace molto e  che mostra tanto coraggio nell'affrontare l'astrattismo a sette anni,con  consapevolezza della mancanza di regole cui fare riferimento.

Eccolo qua sotto, si intitola "campo fiorito"

Continuerò il discorso alla pagina <mercato> perché mi pare più adatta ad un giovane autore cui si augura un proficuo sviluppo.

 

Ho finito.

Ecco qui il risultato, spero che piaccia.

Giugno 2025

 

Ho in corso un altro passaggio di campagna quando mi viene voglia di azzardare - proprio io che non ho mai raffigurato persone - un autoritratto.

Non indago pubblicamente sulle motivazioni.

Nemmeno so dare spiegazioni vedendo la bruttezza del soggetto che emerge dalle foto di partenza.

 

VEDIAMO COSA VIENE FUORI. da questa pazzia dell' inizio estate (siamo all' ultima settimana di giugno) 2025, lavorerò anche in campagna perché sto per portare l' attrezzatura essenziale, compreso il vecchio tavolino comprato a Nizza.

Intanto un divertimento può consistere in un esercizio tecnico come questo 

Oppure da un montaggio di Lego per adulti realizzando un omaggio a Keith Haring e ai suoi danzatori.